La passione di santa Giulia
Incipit della Passio sanctae Iuliae
dal manoscritto di Lucca…
In illo tempore, cum civitas Cartago capta fuisset, tunc beata Iuliaex ea captiva ducta est atque in servitium pervenit cuiusdam viri nomine Eusebii…
La storia comincia con la conquista di Cartagine
…cum civitas Cartago capta fuisset…
non è precisato quale conquista, ma non si può non pensare a quella dei Vandali, nel 439.
Giulia viene venduta come schiava e tocca in sorte a un certo Eusebio, paganus, civis Syriae Palestinae.
Lei lo serve fedelmente e nello stesso tempo conduce vita esemplare, si sottopone a costanti digiuni e, appena libera dal servizio, si dedica alla lettura e alla preghiera
(…aut lectioni vacabat aut orationibus insistebat…)
Un viaggio verso la Gallia…
Costeggiando Capo Corso
La Passio non precisa né dove vive Eusebio, né dove si trova quando decide di compiere un viaggio verso la Gallia, ma solo che, costeggiando Capo Corso, vede dei pagani che compiono un sacrificio e decide di partecipare immolando un toro. Solo Giulia resta sulla nave a pregare, mentre quelli banchettano
(cum illi crapulis baccharentur).
Felix Saxo…
…in cambio di quattro fra le sue migliori ancelle…
Felix Saxo, di cui la Passio non specifica il ruolo
ma lascia intendere che presiedeva alla cerimonia, chiede a Eusebio come mai la fanciulla non partecipi: Eusebio spiega che non è mai riuscito a distoglierla dalla sua superstizione e l’avrebbe già sottoposta a diverse pene, se non gli fosse necessaria per la sua fedeltà nel servizio.
Felix allora gli propone di cedergliela in cambio di quattro fra le sue migliori ancelle,
aut pretium quod taxatum fuerit.
il venenatissimus serpens…
Al rifiuto di Eusebio,
il venenatissimus serpens
lo fa ubriacare durante il banchetto e
la turba furens
sale sulla nave a prendere la fanciulla.
Segue il classico botta e risposta fra il santo e il persecutore, con Giulia che si rifiuta di sacrificare agli dei.
Viene prima schiaffeggiata, poi flagellata mentre le vengono torti i capelli, infine crocifissa.
Allo spirare della martire, l’anima vola in cielo, con metafora non rara, soprattutto nelle Passiones femminili:
ex ore eius columba rapido petiit astra volatu
(dalla bocca una colomba con rapido volo si dirige in cielo).
…festinus draco… iussit sanctam
Christi famulam in patibulo
crucis imponi
Navigando a grande velocità…
col favore del vento contrario…
Et deponentes corpus eius de navi et condientes
cum aromatibus, posuerunt in monumento…
Gesta vero sunt hec XI kalendarum iuniarum…
22 Maggio
Gli angeli, che hanno assistito alla morte della santa, la annunciano a una comunità di monaci che vivono in insula Margarita [Gorgona].
Questi si precipitano (confestim navim conscenderunt) a prendere il corpo della santa in Corsica, col favore del vento (praestante sibi vento solatium).
Anche al ritorno i monaci hanno una navigazione spedita, che l’agiografo presenta con un ossimoro:
navigabant sub omni celeritate, regredientes praestante sibi contrario vento (al ritorno navigavano a grande velocità, col favore del vento contrario).
Li incontrano i confratelli della Capraia (evidentemente diretti in Corsica) e si stupiscono del prodigio, che l’agiografo rende con una bellissima immagine:
et mirati sunt, quod contra venti fortitudinem in modum volucrum vela plena iter suum agerent (e si stupirono che naviassero a vele spiegate contro la forza del vento, a mo’ degli uccelli). Chiedono quindi spiegazione e ottengono una reliquia della santa (reliquiarum benedictionem).
l’undicesimo giorno delle calende…
Infine i monaci della Gorgona giungono alla loro isola, dove depongono il corpo della martire in monumento cum gaudio magno
l’undicesimo giorno delle calende di giugno,
cioè il 22 maggio, tuttora festa della santa.
Giulia una santa legata al mare ed alla navigazione.
La processione di santa Giulia a Livorno, il 22 Maggio, il percorso del corteo, che coinvolge tutta la Diocesi di Livorno, si sviluppa dalla cattedrale fino al porto mediceo, dove avviene il saluto delle imbarcazioni presenti, dopo la benedizione di rito.
S. Giulia è raffigurata con la palma del martirio e la croce sopra il reliquiario monumentale posto nella chiesa di S. Giulia in Livorno.
Commento
alla Passio Iuliae
di Gianni Bergamaschi
Il racconto della Passio (così come i riquadri della tavola di Livorno) si conclude con la depositio alla Gorgona: nessun accenno alla traslazione a Brescia del 762, quindi il testo dev’esser stato composto in precedenza, probabilmente già nel VII secolo, quando sorse la chiesa dedicata alla santa.
Difficile, invece, stabilire l’epoca in cui sarebbe vissuta santa Giulia, perché il racconto non contiene particolari storico-cronologici verificabili.
L’unico riferimento storico in tutto il testo è alla conquista di Cartagine: non è precisato quale, ma l’unica a cui si può pensare è quella dei Vandali nel 439; appare però poco verisimile che una cristiana potesse venir martirizzata (e in quel modo!) alla metà del V secolo.
Resta quindi il sospetto che chi compose il testo agiografico (difficilmente prima del VII secolo) avesse utilizzato spezzoni di racconti precedenti, che forse si riferivano a reliquie di una martire africana giunte in seguito in Corsica.
Il racconto, invece, offre un particolare che potrebbe fornire un’informazione storica. I monaci della Gorgona, all’annuncio della morte di santa Giulia, saltano sulla nave senza esitazone (confestim navim conscenderunt) per andare in Corsica, dimostrandosi provetti marinai; durante la navigazione di ritorno incrociano i confratelli della Capraia, a loro volta diretti in Corsica.
È chiaro, quindi, che, quando venne composta la Passio, doveva esser considerata normale la circolazione di monaci sulle rotte del Tirreno settentrionale.
Del racconto, infine, sono da notare i pregi letterari, come negli esempi citati: l’ossimoro praestante sibi contrario vento o la similitudine ad modum volucrum.
Corsica quo fecit sacrum tibi Gorgona venit; Ansa regina post hinc sustollitur, illa Quae tibi dona dedit: iam gaude Brixia felix!
(carme per santa Giulia del monastero bresciano)
Giulia viene spesso rappresentata come bionda, occhi azzurri.
In quanto nordafricana, però, dovremmo immaginarla in modo ben diverso:
per esempio, come nei celebri ritratti del Fayyum.
