Convegno al Teatro di Bartolo... il primo passo

Collaborazione con Gulli Linux

Convegno Parco S. Giulia la colomba di monchio

Forum Europeo degli Itinerari Culturali

Direttivo Palazzo Pretorio

Convegno Bientina

Convegno sala consiliare Comunale

convegno Villabasilica sala comunale

Affiliazione Locanda Cialamina

Il Progetto

L’Associazione Il Cammino di Santa Giulia ETS ha come scopo

 la progettazione, la realizzazione, la gestione del progetto

di un itinerario storico, naturalistico e spirituale.

 

Costituiti a Buti attraverso un convegno pubblico nel teatro “Francesco di Bartolo” il 27/05/17, siamo stati riconosciuti ufficialmente dall’Arciconfraternita di S. Giulia e del SS. Sacramento il 17/06/2017. Questa è una delle più antiche congregazioni di laici costituita nel Trecento nel villaggio di Liburna, oggi città di Livorno, di cui la Santa è patrona.

Siamo affiliati a importanti istituzioni:

  • all’Istituto Storico Lucchese;
  • all’Associazione “Italia Langobardorum”, struttura che gestisce i siti facenti parte di “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” nome ufficiale dato dall’UNESCO a sette gruppi di monumenti storici che comprendono monasteri, chiese, fortezze e divenuti un Sito UNESCO nel giugno 2011 perché testimoniano il ruolo significativo del popolo longobardo per lo sviluppo spirituale e culturale dell’Europa nella transizione fra la Classicità e il Medioevo. I siti sono situati a Cividale del Friuli (Udine), Brescia, Castelseprio (Varese), Spoleto (Perugia), Campello sul Clitunno (Perugia), Benevento, Monte Sant’Angelo (Foggia);
  • all’Associazione “Longobardia” cui aderiscono Istituzioni, enti, associazioni di Italia, Germania e Slovenia, soggetto non-profit che ha assunto il compito statutario di realizzare il programma istitutivo dell’Itinerario culturale “Longobard Ways across Europe” ed è proponente ufficiale della candidatura per l’iscrizione dell’Itinerario nello specifico elenco degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa;
  • Collabora con noi il progetto ARVO – Archivio Digitale del Volto Santo dedicato allo studio della leggenda e del culto del Volto Santo, alla sua diffusione e alle relazioni con le grandi Vie di comunicazione e pellegrinaggio.
  • Lo scorso 27 Aprile 2019, nella sala consiliare del Comune di Calci, attraverso un atto pubblico alla presenza dell’Assessore alla cultura del Comune di Calci Anna Lupetti, al Presidente del Consiglio della Regione Toscana Eugenio Giani ed al Consigliere Regionale Andrea Pieroni, abbiamo formalizzato un atto pubblico; il gemellaggio con la Confraternita di Sant’Antone Abbate sotto l’invocazione della Croce di Speluncatu in Corsica, finalizzato allo scambio culturale ed all’arricchimento del percorso attraverso un tracciato sul territorio dell’isola di cui Santa Giulia è patrona.

Il Cammino di S. Giulia è un itinerario evocativo di un fatto storico

la traslazione del corpus sanctae Iuliae voluta dagli ultimi regnanti longobardi, Desiderio e Ansa (756-774), nel 762 d.C.

Un itinerario modellato sul territorio attraverso il collegamento di luoghi storici, cioè delle chiese dedicate alla devozione a santa Giulia, mediante una sentieristica di livello escursionistico e naturalistico. Il progetto, oggi, si propone nel territorio italiano lungo un percorso di 467 km  da Livorno a Brescia, strutturato in 25 tappe giornaliere, coinvolgendo tre Regioni; la Toscana, l’Emilia, la Lombardia, 8 Province e 62 Amministrazioni Comunali.

 

Sulle tracce di una santa e del suo culto

La traslazione del 762 d.C. è la prima informazione storicamente verificabile, ma il testo agiografico che racconta il martirio, composto probabilmente nel VII secolo, racconta che Giulia è nativa di Cartagine e viene venduta come schiava quando la città viene conquistata (In illo tempore, cum civitas Cartago capta fuisset, tunc beata Iulia ex ea captiva ducta est…). Il suo padrone, Eusebio, nel compiere un viaggio verso la Gallia, costeggiando Capo Corso vede dei pagani che compiono un sacrificio agli dei e sbarca con tutti i marinai per partecipare al banchetto. Giulia, che si rifiuta di sacrificare agli dei, viene prima torturata, poi crocefissa. Gli angeli, che hanno assistito alla morte della santa, la annunciano ai monaci che vivono nell’isola della Gorgona. Questi si precipitano su una nave, depongono dalla croce il corpo della martire e lo portano nella loro isola, dove viene sepolta il 22 maggio, giorno in cui ancora oggi viene festeggiata la santa. Desiderio e Ansa, nel 762 d.C., traslarono il corpus dalla Gorgona a Brescia. Così venne portato nel monastero femminile da poco fondato, in cui era badessa la figlia Anselperga. Inizialmente dedicato al Salvatore, in seguito anche a Santa Giulia, il monastero vantava possedimenti fino al ducato di Benevento.

Le fonti agiografiche attribuiscono il merito alla regina Ansa e in questo la traslazione di Santa Giulia si differenzia dalle altre, non solo perché il protagonista è un personaggio femminile, ma anche per la modalità: la regina praecepit, diede ordine, senza altre giustificazioni. Anche se i documenti storici e agiografici attestano l’arrivo delle reliquie a Brescia, sul territorio non è rimasta alcuna traccia tangibile del passaggio della traslazione longobarda. Una traccia però potrebbe venire da alcune antiche Pievi intitolate alla Santa: infatti, anche se non è dimostrabile sotto il profilo storico che le chiese siano sorte in forza di questo avvenimento, rimangono pur sempre una testimonianza della diffusione del culto di Santa Giulia, avvenuta per lo meno dalla prima età longobarda, come testimoniato dalla chiesa di Santa Giulia a Lucca, nei cui pressi è stata rinvenuta una ricca sepoltura longobarda, datata entro la metà del VII sec.

Su questi fondamenti si basa il progetto de il Cammino di Santa Giulia, un itinerario evocativo di un fatto storico, che si può ben definire percorso spirituale, infatti è caratterizzato dal passaggio in tutte le località (chiese e pievi) intitolate alla Santa, dove in alcune di queste (Livorno, Monchio MO, Brescia e Speluncatu in Corsica) sono presenti le reliquie della santa.

Un’unione dei luoghi della devozione a Santa Giulia, che ne valorizza anche gli aspetti storici, culturali, artistici, attraverso suggestivi paesaggi naturali in cui si manifesta il paziente e duro lavoro degli uomini nel corso dei secoli.

Il Cammino di santa Giulia

Questo nuovo Cammino, che va a inserirsi nel panorama sentieristico Italiano tocca alcuni dei luoghi dedicati a santa Giulia, una santa che a buon titolo si potrebbe definire “toscana”.

Sepolta all’isola della Gorgona in epoca non determinabile con precisione storica, ma certamente prima del VII secolo, traslata poi a Brescia nel 762 dagli ultimi sovrani longobardi, Ansa e Desiderio, la santa è oggi patrona di Livorno.

La chiesa di Lucca

Gioiello romanico con qualche tocco di gotico, sorse entro la metà del VII secolo, come rivela un ricco corredo funebre longobardo rinvenuto alla metà dell’Ottocento presso un angolo della facciata.

Nel VII secolo nasce e si radica a Lucca il culto della santa, come poi dimostrano Calendari e libri liturgici.

Da Livorno a Caprona a Buti, a Lucca fino luogo primario del culto fino ad arrivare a

Brescia luogo della diffusione.

Da Lucca il culto si diffonde prima in altri luoghi della Tuscia, dalla costa fino al confine più meridionale, a Sutri.

In seguito, dopo la traslazione a Brescia, il culto della santa si impianta nel monastero che da lei prende il nome, e da lì conosce una seconda fase di diffusione.

È così possibile tracciare un percorso che unisce una serie di località e di pievi.

La città, centro del ducato longobardo di Tuscia, era snodo fondamentale, come di Siena e di S. Gimignano si dice che erano “figlie della Francigena”, così Lucca potrebbe essere definita, a ragione, “madre della Francigena”.

Come San Gimignano era snodo stradale, così Lucca era uno snodo nella circolazione agiografica, centro di diffusione di culti e di liturgia in tutta la Tuscia e oltre, fino a Roma, alla Baviera, alla Catalogna.

Da Lucca l’itinerario prosegue per Pieve dei Monti di Villa (Controneria) e, varcato il crinale dell’Appennino, a Monchio (Mo).

Infine, scendendo e attraversando la pianura padana, si giunge a Brescia.

i luoghi di santa Giulia in Toscana

1) S. Giulia nel Rosellano (?); 2) Porto Pisano; 3) Caprona; 4) Buti; 5) Lucca;
6) Controne; 7) Noceto
a) Nonza (il paese in Corsica indicato come luogo del martirio); b) Gorgona

I Longobardi

 

Un tracciato evocativo…

Per volontà della regina Ansa, arriva a Brescia dall’isola della Gorgona il corpus di santa Giulia, traslato nel monastero del Salvatore che poi da lei prenderà il nome.

Da un fatto storico: la traslazione longobarda

un cammino storico, un progetto naturalistico.

Ecco la prima pietra su cui si basa il tracciato, un progetto che è stato pianificato attraverso un retroterra preparativo, fatto di esperienze dirette.

Prima di ogni cosa… si sono mosse le gambe!

Un idea vissuta in prima persona direttamente sul campo, per mezzo dei cammini intrapresi nel 2011 – 2012 – 2014.

Solo attraverso queste esperienze è stato possibile reperire un bagaglio, o meglio, uno zaino di informazioni e di conoscenze locali, tali da predisporre le basi di quello che oggi è una risultante di molteplici viaggi.

Punti fermi del tracciato, sono i luoghi di S. Giulia.

Questo è il cardine su cui il tracciato si snoda, infatti il cammino nel tempo si è trasformato proprio in funzione di questo concetto, cosicché a mano a mano che tutte le varie località venivano identificate ed ubicate cartograficamente, il tracciato si modificava di conseguenza.

Sono dieci località, caratterizzate da Pievi e Chiese intitolate al culto di S. Giulia, che oltre ad identificare il percorso nel territorio gli conferiscono una peculiarità.

I campanili come capisaldi del percorso, un’antica testimonianza sul territorio.

Il cammino di S. Giulia è quindi un percorso evocativo formato dall’unione, attraverso sentieri naturalistici, dalle località che conservano la memoria della devozione alla santa.

Località rappresentate da edifici di culto, pievi, alcune delle quali di origine certa e documentata risalente al periodo alto-medioevale, se non ancor prima, cosicché a tutti gli effetti si identificano come una vera e propria testimonianza sul territorio.

Ecco i luoghi della devozione alla santa, i cardini del cammino:

  1. Livorno Chiesa di S. Giulia e sede dell’Arciconfraternita del SS. Sacramento e di S. Giulia.
  2. Caprona (Pi) Pieve di S. Giulia
  3. Buti (PI) Cappella di S. Giulia al Monte S. Agata e chiesa di S. Maria della Neve a
  4. Lucca Chiesa di S. Giulia
  5. Pieve di Monti di Villa, Bagni di Lucca (Lu), Pieve di S. Giovanni, già di S. Giulia
  6. Monchio, Palagano (Mo), Pieve di S. Giulia
  7. Migliarina di Carpi (Mo), Chiesa di S. Giulia
  8. Cicognara, Viadana (MN), Chiesa di S. Giulia
  9. Brescia, Monastero di S. Salvatore e S. Giulia
  10. Brescia, Chiesa di S. Giulia nel villaggio Prealpino (BS).

Un Cammino spirituale

Il progetto oltre che storico, che naturalistico è un cammino aperto a tutti, infatti svariati sono i modi di concepirlo.

Camminare aiuta alla comprensione personale, specialmente se questa esperienza viene vissuta in prima persona, in solitaria, diventerà un viaggio molto speciale caratterizzandosi in momenti imparagonabili unici e molto speciali.

La natura, la lenta cadenza, il silenzio intorno a noi, il lento scorrere del tempo sono validissimi strumenti che allargano l’orizzonte al benessere, alla riflessione, all’introspettiva personale.

Il cammino quindi quale strumento del viaggio interiore.

Il Cammino di S. Giulia è sopratutto un viaggio della fede, non vi è infatti solo l’unione delle chiese, ma una connessione spirituale lungo il filo della riflessione personale e della preghiera, attraverso i luoghi dove oggi è possibile osservare e meditare davanti alle reliquie.

Le reliquie di S. Giulia tra Livorno, Monchio e Brescia.

Partendo da Livorno passando da Monchio, sull’Appennino Modenese, fino ad arrivare a Brescia, sono queste le chiese dove sono presenti le reliquie, un collegamento tre tutte dieci chiese che offrono una prospettiva al viaggio, sotto un contesto religioso, proprio per chi è in ricerca nel senso più profondo del pellegrinaggio.

Dall’idea all’Associazione al Progetto.

La prima fase progettuale relativa all’individuazione del tracciato evocativo è stata ultimata.
Oggi nel territorio Italiano il Cammino si sovrappone alla rete escursionistica esistente in un percorso naturalistico di 467 km che va da Livorno a Brescia. Pianificato in 25 tappe giornaliere, il progetto coinvolge tre Regioni (Toscana, Emilia Romagna, Lombardia), 8 Province e circa 62 Amministrazioni Comunali.